Servizi a rete, Bologna, Spazio Hera, 26 e 27 giugno
Si è svolta a Bologna presso lo spazio Hera, in viale Berti Pichat, la V edizione di Servizi a Rete Tour 2019, la conferenza itinerante e piazza d’incontro e confronto tra gli operatori, tecnici e istituzioni. Argomento di quest’anno: “Digital transformation e utility alla guida del cambiamento urbano”
Di cosa si tratta:
Collegato all’ omonima testata Servizi in rete, il tour è un convegno e nello stesso tempo un modo per fare incontrare i veri protagonisti del cambiamento di città sempre più smart, con aziende che sviluppano progetti innovativi proprio per contribuire al lavoro delle utilities. In questa occasione si presentano tutte le esperienze più importanti dell’anno e le aziende illustrano gli strumenti e i prodotti utilizzati per realizzare con successo le opere messe in campo dalle società di servizi.
Questa edizione ha avuto un’alta adesione e registrato la presenza attiva di oltre quindici utilities e quasi cinquanta aziende del settore, con un totale di partecipanti e di interventi doppio rispetto alle edizioni precedenti. Le sfide del prossimo futuro imporranno di riprogettare l’assetto urbano, il convegno è stato occasione per mostrare come le utilities, che hanno presentato case -history interessanti in cui le tecnologie innovative, hanno avuto un ruolo primario, possano rivestire un ruolo centrale nel cambiamento che sarà affrontato nei prossimi anni, grazie anche alla collaborazione con aziende specializzate.
Alcuni Interventi
All’apertura delle due giornate di confronto sono intervenuti, Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente esecutivo di Hera Spa, azienda ospitante; Paolo Romano, Presidente SMAT e Lorenza Meucci, dirigente dei laboratori SMAT; Luigi Castagna, presidente Confservizi Emilia-Romagna e Vito Belladonna, Direttore Agenzia Territoriale Emilia-Romagna Servizi Idrici e Rifiuti ( ATERSIR).
Gli investimenti ATERSIR
Vito Belladonna ha parlato delle attività dell’Agenzia rivolte alla crescita degli investimenti. Nella premessa ai dati ha spiegato i sistemi di regolazione utilizzati dopo l’abolizione delle autorità degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), il 23 marzo 2010, con l’approvazione della conversione in legge del decreto-legge del 25 gennaio 2010, n. 2, in cui si è affidato alle Regioni il compito di riattribuire le relative competenze. Si parla dunque di regolazione nazionale multilivello e di sistema di regolazione di secondo livello attraverso EGA (Enti Gestione Ambito). Non tutte le Regioni hanno completato queste riforme. “Nella nostra Regione si è in un certo senso anticipato il modello di regolazione multilivello nel senso che abbiamo un livello locale costituito da assemblee provinciali dei sindaci (i Consigli locali) ed un livello regionale dove si assumono le principali decisioni e strategie sull’ambito ottimale che coincide con l’intera regione. Il servizio idrico consta di 1162 derivazioni, 485.905.432 mc di Volumi prelevati, 47.471 km di rete idrica e 25.486 km di fognature, gli investimenti realizzati vanno dai 182.928.330 del 2014, ai 203.685.804 nel 2018. Ovvero 900 interventi all’anno per un totale di 720 milioni in un quinquennio”, sottolinea Vito Belladonna. Già nel periodo precedente a questa attuale fase regolatoria gli investimenti per infrastrutture del servizio in Emilia-Romagna erano consistenti, come dimostra il valore del patrimonio di interventi ed opere realizzate (la cosiddetta RAB) che valeva 476 euro/abitante (rispetto ai 271 del nord e ai 289 in Italia) nel 2013; analogamente , seppur in minor misura, negli anni 2016-17 il valore degli investimenti annui in questa regione risultava di poco superiore alla media Italia (42 euro/abitante/anno in regione, 35 Nord e 40 Italia), mentre è previsto un recupero delle altre realtà negli anni successivi. Il tasso di realizzazione degli investimenti programmati va dal 71% del 2012, al 97% del 2015 (78% in Italia). Altro dato, che completa quelli sugli investimenti: il focus principale dell’ultimo decennio ha riguardato gli investimenti su fognature e depurazione, la messa a norma degli agglomerati di consistenza di 2.000 AE (L’agglomerato è poi l’elemento di riferimento della normativa per definire i limiti allo scarico delle acque reflue urbane e di conseguenza il sistema di trattamento appropriato che consenta di garantire una qualità dello scarico delle acque reflue compatibile con gli obiettivi di qualità del corpo idrico recettore). Una strategia che ha evitato alla Regione, sola tra le realtà territoriali significative per dimensione, di incorrere in sanzioni europee.
Piano Energetico dell’Emilia-Romagna
Il nuovo piano energetico della Regione punta a una decarbonizzazione dell’economia locale, abbattendo dell’80% entro il 2050 le emissioni gas serra. “Un obiettivo lontano, c’è ancora molto da fare”, ammette Attilio Raimondi, responsabile dell’attuazione del piano energetico della Regione, nel suo intervento. “In questa fase le reti sono importanti, perché protagoniste fondamentali del cambiamento del modello di sviluppo: dovranno essere reti intelligenti in grado di governare i sistemi energetici in modo da consentire non più una generazione centralizzata, ma il contributo di tutti i soggetti del territorio alla produzione e alla distribuzione dell’energia”, sottolinea.
Le Utlities in prima linea
Come gestori delle reti, le utilities sono in prima linea per la trasformazione ‘smart’ delle comunità. “In Emilia-Romagna, le aziende, essendo il risultato di integrazioni con una forte connotazione industriale, hanno avuto una capacità di investire in innovazione superiore alla media nazionale. Questo ha garantito la loro crescita, l’efficienza della gestione e la qualità dei servizi. Adesso, le parole chiave per il futuro sono sostenibilità e digitalizzazione, due concetti che vanno di pari passo”, osserva Luigi Castagna, presidente di Confservizi Emilia-Romagna. Questi due fattori garantiranno la continuità operativa in termini di resilienza ai fattori del cambiamento climatico e la capacità di rispondere alle nuove esigenze dei territori. L’intelligenza applicata alla gestione delle reti permetterà una maggiore efficienza del sistema.
Se è vero che le utilities dovranno diventare capofila nel processo di trasformazione delle città in Smart city efficienti e tecnologiche, tuttavia è indispensabile una stretta rete di collaborazione tra industria, istituzioni, cittadini e tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle reti e dei sottoservizi per realizzare questa trasformazione. Il convegno è stata l’occasione per rafforzare.
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