Rubrica "10 Anni di ATERSIR in pillole" UN S’BÓTA VEJA GNÉT (Non si butta via nulla) - il progetto del Comune di Imola per combattere lo spreco alimentare
La rubrica "10 Anni di ATERSIR in pillole" nasce con lo scopo di raccontare con delle brevi notizie alcuni esempi di quello che abbiamo realizzato o che abbiamo contribuito a realizzare, attraverso finanziamenti ai Comuni, nei territori della nostra regione, fin dalla nascita dell'Agenzia: progetti a sostegno dell'economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata, della promozione e diffusione del consumo dell’acqua di rete e della lotta allo spreco di acqua. Tutti interventi realizzati in collaborazione con i Comuni dell'Emilia-Romagna o con la Regione stessa, a favore dei cittadini e per il bene dell'ambiente.
In ogni articolo ci concentreremo su uno specifico progetto: iter di realizzazione, finanziamenti, gestione e riflessi sul territorio e sulla comunità.
FOCUS: Comune di Imola
Il progetto “UN S’BÓTA VEJA GNÉT” (Non si butta via niente) prevede di recuperare le eccedenze alimentari da esercizi commerciali, mense e aziende a favore di enti no profit del territorio per sostenere persone in difficoltà economica (circa 1300 nell’area del comune).
L’iniziativa si compone di due fasi:
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acquisto del materiale (abbattitore, contenitori isotermici, buste termiche) da mettere a disposizione dell’associazione NO SPRECHI ADV, che, insieme al Comune di Imola, si occuperà dell’attuazione del progetto;
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realizzazione di un corso di formazione per 20 volontari che dovranno occuparsi del recupero degli alimenti da esercizi commerciali, mense aziendali e aziende di produzione e della loro distribuzione a coloro che ne hanno bisogno. Il corso è fondamentale per fare in modo che vengano adottati tutti i comportamenti necessari affinché il cibo sia gestito in modo corretto.
L'iniziativa ha il duplice scopo di prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e aiutare le fasce deboli della popolazione.
ATERSIR ha finanziato il progetto con un contributo riconosciuto di 10 mila euro, circa l’80% del costo totale.
Nel corso dei primi 6 mesi di sperimentazione, le aziende aderenti hanno donato un totale di 4.850 kg di prodotti alimentari in eccedenza e 1600 pasti pronti. Sulla base di questi dati il Comune ha stimato che annualmente il cibo che potrà essere recuperato ammonta a circa 10 tonnellate, che corrisponde alla non produzione di circa 30 tonnellate di CO2.