Fognatura e depurazione: nessuna sanzione dall’Europa per l’Emilia-Romagna
Lo stato dell’arte in Italia
Da ciò che è possibile ricostruire dai dati a nostra disposizione, poiché la situazione è in continua evoluzione, sulla conformità del nostro paese alla direttiva europea sulle acque reflue 91/271 riscontriamo una forte criticità soprattutto nel collettamento e trattamento, in particolare:
- oltre il 15% dei cittadini non risulta coperto da fognatura e depurazione;
- oltre il 20% (in alcune aree oltre il 30%) delle acque reflue non sono trattate e depurate;
- risultano 4 procedimenti di infrazione verso l’Italia da parte dell’UE;
- sono stimate sanzioni per oltre 500 milioni di € entro il 2024, corrispondenti a circa 10 €/cittadino.
Nel quadro appena descritto è importante sottolineare che, per agglomerati superiori a 2.000 AE (abitanti equivalenti), nessuna sanzione è stata applicata alla regione Emilia-Romagna.
Le quattro procedure di infrazione acque reflue in Italia
Le procedure di infrazione sono iniziate nel 2004.
- Per l’infrazione 2004/2034, che individua un elenco di interventi in aree urbane per agglomerati sopra i quindicimila abitanti equivalenti che scaricano in aree non sensibili, sono già arrivate due sentenze di condanna da parte della Corte di Giustizia europea verso l’Italia e si è previsto il pagamento di una sanzione di trenta milioni di euro a semestre, pari a 165 mila euro al giorno, circa 10 euro l’anno ad abitante equivalente, per gli iniziali 123 interventi in 75 agglomerati, prevalentemente dislocati in Sicilia, Calabria e Campania;
- La seconda procedura di infrazione per l’arco temporale 2009-2034, riguarda invece il mancato rispetto della Direttive europea in 16 agglomerati (per 28 interventi) superiori per numero ai diecimila abitanti equivalenti, che scaricano in aree sensibili. Per tale procedimento è intervenuta nell’aprile 2014 la sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea;
- Nel 2014 viene aperta una terza procedura di infrazione verso l’Italia (periodo 2014-2059) per cui è intervenuta una sentenza di condanna;
- Nel 2017 si apre la quarta procedura di infrazione (2017- 2081) che si trova in fase istruttoria.
Le ultime due procedure prevedono complessivi 606 interventi in 13 regioni italiane, riguardanti agglomerati con popolazione >2.000 abitanti equivalenti.
Sono oggi, quindi, quattro le procedure d’infrazione a carico dell’Italia in campo fognario e depurativo, per un totale di 939 agglomerati.
Le sanzioni
La Corte di giustizia europea condanna l'Italia per non avere completato le fogne e i depuratori di 75 agglomerati: la multa è di 25 milioni più 30 milioni per ogni sei mesi di ritardo nel completare i lavori.
La sanzione riguarda l’infrazione 2004/2034: trenta milioni di euro a semestre, pari a 165 mila euro al giorno, circa 10 euro l’anno ad abitante equivalente, per gli iniziali 123 interventi in 75 agglomerati, prevalentemente dislocati in Sicilia, Calabria e Campania.
In particolare la Corte aveva indicato una data entro la quale l’Italia avrebbe dovuto mettersi in regola: l'11 febbraio 2016.
L’Emilia-Romagna nel 2014, quando la Commissione europea redige la prima istruttoria sul tema, era praticamente l’unica regione (insieme alle province autonome di Trento e Bolzano) senza sanzioni.
Va rilevata infine la ripartizione geografica delle criticità che pone con evidenza le problematiche esistenti soprattutto al sud ed in particolare in Sicilia. I 123 interventi programmati nei 75 agglomerati sono infatti così distribuiti: Abruzzo 1 intervento (ultimato); Liguria 2 agglomerati, 2 interventi (2 in corso); Friuli 2 agglomerati - 2 interventi (1 in corso, 1 ultimato); Puglia 3 agglomerati , 5 interventi (4 in corso, 1 da avviare); Campania 6 agglomerati, 9 interventi (6 in corso, 3 da avviare); Calabria 13 agglomerati, 16 interventi (5 in corso, 10 da avviare, 1 ultimato); Sicilia 48 agglomerati, 89 interventi (7 in corso, 79 da avviare, 3 ultimati).
Per approfondimenti
https://commissariounicodepurazione.it/